Archiv des Monats “October 2015

A mio avviso, l’Area conventuale dei Cappuccini è indicata almeno quanto la costruzione di un nuovo edificio in zona Schindergries

La chiesa può essere adibi­ta a museo per­ché pre­sen­ta una lunghez­za di 27 m per 14 m di larghez­za e 14 di altez­za. La Casa Dür­er non è al momen­to in uso, esat­ta­mente come il Locale delle prove del­la ban­da musi­cale. Demolen­do questi edi­fi­ci si otter­rebbe un 70% di nuo­va cubatu­ra e la preesisten­za potrebbe venire sem­plice­mente inte­gra­ta. Crea un bel­l’am­bi­ente con il gia­rdi­no, il quale offre anche pos­si­bil­ità di ampliamento.

 Lo stu­dio prog­et­tuale com­mis­sion­a­to si occu­perà conc­re­ta­mente di questo aspet­to, dan­done una val­u­tazione e ver­i­f­i­can­do in che misura ques­ta pro­pos­ta pos­sa cos­ti­tuire un’al­ter­na­ti­va val­i­da, soprat­tut­to in ter­mi­ni di dimen­sion­a­men­to, orga­niz­zazione degli spazi per un museo fun­zio­nante, vin­coli di tutela dei beni architet­toni­ci e artis­ti­ci ed even­tu­ali costi derivati dal trasfer­i­men­to delle strut­ture urbane pre­sen­ti nel­l’Area (Bib­liote­ca Civi­ca, Sala delle man­i­fes­tazioni, Locale delle prove del­la ban­da musi­cale ecc.).

(Dimen­sion­a­men­to — Appro­fondi­men­to): Lo stu­dio di fat­tibil­ità con­dot­to sul Museo Alexan­der Koester (09/2013) sug­gerisce una super­fi­cie espos­i­ti­va di 750 m2 e una super­fi­cie min­i­ma totale di piano di 1570 m2 per rius­cire a sod­dis­fare i req­ui­si­ti e gli obi­et­tivi for­mu­lati nel­la pri­ma fase progettuale.

Edificio storico o nuova costruzione?

I Chiu­sani vogliono il museo, ma pochi riescono ad accettare l’idea di una nuo­va costruzione. Il fas­ci­no di Chiusa è uno solo; un edi­fi­cio mod­er­no può venire invece costru­ito ovunque nel mon­do. Chiusa van­ta edi­fi­ci stori­ci asso­lu­ta­mente uni­ci che ben si prestereb­bero ad accogliere un museo. Non per forza un buon museo deve avere una sede nuova.

Chiusa ha, al momen­to, più di un edi­fi­cio stori­co ido­neo ad essere adat­ta­to a museo. La pri­ma indagine con­dot­ta nel­l’am­bito del­lo Stu­dio di fat­tibil­ità (2013) si è sof­fer­ma­ta sul­la “Anti­ca sede del Giudizio” e sul “Con­ven­to dei Cap­puc­ci­ni”. A causa delle com­p­lesse situ­azioni di parten­za (tutela dei beni architet­toni­ci e cul­tur­ali, ridotte altezze e ampiezze dei locali, dis­liv­el­li, lim­i­tate pos­si­bil­ità di acces­so e ampli­a­men­to ecc.), nel­la pri­ma fase di anal­isi nes­suno dei due edi­fi­ci è rius­ci­to tut­tavia a con­vin­cere appieno.

Nel­la sec­on­da fase prog­et­tuale e in par­ti­co­lare nel­l’am­bito del­lo stu­dio di prog­et­tazione degli architet­ti Wal­ter Angonese e Klaus Hell­weger, si ver­i­ficherà in relazione agli edi­fi­ci attual­mente in dis­cus­sione (Con­ven­to dei Cap­puc­ci­ni, Alber­go Gold­en­er Engel, Anti­ca sede del Giudizio) se, con quali oneri e a quali con­dizioni gli stes­si siano adat­ta­bili in modo da sod­dis­fare i req­ui­si­ti del prog­et­to e gli obi­et­tivi di futuro e di svilup­po del­la cit­tà di Chiusa.

Per adattare un edi­fi­cio stori­co a un uso muse­ale, è obbli­ga­to­rio con­sid­er­are e ver­i­fi­care i seguen­ti fattori:

  • Quali restrizioni ven­gono imposte dal­la tutela dei beni architet­toni­ci e culturali?
  • Che opzioni di acces­so esistono (es. con­dizioni per la con­seg­na degli ogget­ti da esporre)?
  • A quali oneri e con­dizioni è pos­si­bile eseguire un adat­ta­men­to del­la struttura?
  • Che pos­si­bil­ità di ampli­a­men­to esistono a lun­go termine?
  • Vi sono suf­fi­ci­en­ti parcheg­gi a disposizione?
  • Come risol­vere l’ob­bli­ga­to­ria ques­tione del­l’e­lim­i­nazione di bar­riere architettoniche?
  • Che altezze e ampiezze sono pos­si­bili per i locali?
  • Come fun­zio­nano le con­seg­ne degli ogget­ti des­ti­nati all’e­s­po­sizione e il loro suc­ces­si­vo sposta­men­to all’in­ter­no del­l’ed­i­fi­cio? (per es. è pos­si­bile real­iz­zare un mon­tacarichi e aper­ture del­l’ed­i­fi­cio suf­fi­cien­te­mente grandi?)
  • Il con­testo stori­co è di van­tag­gio o svan­tag­gio per i con­tenu­ti e gli obi­et­tivi del prog­et­to museale?

 

Ma gli ateliers e i laboratori non possono essere creati indipendentemente, anche in luoghi diversi dal progetto?

Un decen­tra­men­to degli ate­liers e/o lab­o­ra­tori per artisti è essen­zial­mente pos­si­bile e meritev­ole di con­sid­er­azione. Nel­l’am­bito del­la sec­on­da fase del prog­et­to si studierà e val­uterà in che misura una con­cen­trazione o, al con­trario, una dis­si­pazione delle offerte sia di van­tag­gio per il suc­ces­so del prog­et­to nel suo complesso.

Può esserci anche una soluzione senza la costruzione di una nuova sede oppure DEVE esserci per forza una nuova costruzione?

Può esser­ci anche una soluzione sen­za nuo­va sede.
Tut­tavia va con­sid­er­a­to che tut­ti i palazzi attual­mente in dis­cus­sione richiedono un appos­i­to adat­ta­men­to e ampli­a­men­to, con la costruzione di annes­si, per rius­cire a sod­dis­fare le esi­gen­ze del prog­et­to con­forme­mente agli obi­et­tivi di svilup­po e di futuro che Chiusa si è pre­fis­sa­ta. La sec­on­da fase di prog­et­tazione coglierà, esamin­erà e val­uterà tut­ti questi aspetti.

Non è possibile anche una soluzione più modesta, una soluzione che implichi meno spese/costi di gestione?

Soluzioni più pic­cole sono sem­pre pos­si­bili. Le dimen­sioni con­sigli­ate sono legate agli obi­et­tivi che Chiusa si è pre­fis­sa­ta per il suo svilup­po e il suo futuro (aumen­to del­la fre­quen­za di visi­ta, attrat­ti­va,  riv­i­tal­iz­zazione del cen­tro stori­co, polo di iden­ti­fi­cazione per la popo­lazione locale ecc.).

Abbas­san­do la mira, sono ovvi­a­mente ipo­tiz­z­abili anche prog­et­ti di minori dimen­sioni,  prog­et­ti inter­es­san­ti e avvi­a­bili in maniera altret­tan­to pro­fes­sion­ale. Il fat­to è però che Chiusa gestisce già una sif­fat­ta strut­tura muse­ale minore.

Come potrà finanziare questo progetto la città di Chiusa?

Le spese di costruzione e/o adat­ta­men­to cos­ti­tu­is­cono solo una parte dei costi. La gente ha pau­ra di tut­ti gli altri costi derivati. Da soli, noi Chiu­sani non rius­cire­mo a sostenere cer­ti pesi. Come potrà finanziare questo prog­et­to la cit­tà di Chiusa?

Le spese per la sug­geri­ta costruzione di una nuo­va sede muse­ale, quan­tifi­cate nel­l’or­dine di 10 mil­ioni di Euro, sono ritenute real­is­tiche per­ché pre­ven­ti­vate basan­dosi su dati empiri­ci di prog­et­ti analoghi e sui val­ori indica­tivi uffi­ciali del­la Provin­cia di Bolzano-Alto Adige.

Di fat­to, non sono tan­to le spese di real­iz­zazione a pre­oc­cu­pare una cit­tà, un comune o i cit­ta­di­ni ben­sì, piut­tosto, quelle di ges­tione cor­rente e in par­ti­co­lare i costi di eser­cizio e per il personale.

Fino­ra ci sono sta­ti dibat­ti­ti infor­mali sul­la ques­tione del finanzi­a­men­to, col­lo­qui con gli asses­sori com­pe­ten­ti e la Fon­dazione Cas­sa di Risparmio di Bolzano, che si mostra essen­zial­mente benevola, ma non è sta­ta anco­ra fat­ta alcu­na promes­sa defin­i­ti­va. Va delin­e­an­dosi la neces­sità che, da parte del­la Giun­ta provin­ciale, ven­ga pro­mosso anche un coin­vol­gi­men­to di mece­nati pri­vati. La pos­si­bil­ità che i costi cor­ren­ti di eser­cizio e del per­son­ale siano sostenu­ti con­giun­ta­mente dal­la Provin­cia e dal­la Cit­tà, in una sor­ta di tan­dem, essendo il museo al tem­po stes­so museo provin­ciale e cit­tadi­no, è una log­i­ca di pen­siero che bisogn­erà con­sid­er­are più atten­ta­mente nel­la Fase 2 del progetto.

Il finanzi­a­men­to del­la Fase prog­et­tuale 2 è comunque già cop­er­to, per la mag­gior parte, da risorse del­la Provincia.

 

La città e il museo hanno bisogno di un elemento di congiunzione

Ci ser­vono un mod­el­lo gui­da e una strate­gia, per creare ad esem­pio un nes­so che leghi Alexan­der Koester alla sto­ria del­la cit­tà. Ci sarà questo quadro di riferimento?

La strate­gia prog­et­tuale rien­tra nel­la Fase 2. In quel con­testo si defini­ran­no i prin­cipi gui­da, i tar­get, i con­tenu­ti e il pro­gram­ma di orga­niz­zazione degli spazi, oltre ai nes­si logi­ci e con­cettuali con la sto­ria del­la cit­tà di Chiusa, per es. il per­cor­so urbano alla scop­er­ta del­la Colo­nia artis­ti­ca, l’ate­lier degli artisti di Sabiona ecc. Il fat­to che le opere di Alexan­der Koester e degli artisti suoi con­tem­po­ranei siano inscindibil­mente legate allo spazio urbano di Chiusa in virtù del­la sto­ria del­la Colo­nia artis­ti­ca rende obbli­ga­to­rio il col­lega­men­to con la sto­ria del­la città.

Come si risolverà il problema parcheggi?

Al momen­to, la zona Schin­der­gries è des­ti­na­ta a parcheg­gio. I parcheg­gi però ser­vono.  Chiusa ne ha bisog­no. Come si risolverà il prob­le­ma parcheg­gi? È un prob­le­ma risolvi­bile? Che rif­les­sioni sono state fat­te in proposito? 

Lo stu­dio di prog­et­tazione degli architet­ti Wal­ter Angonese e Klaus Hell­weger pren­derà in esame la prob­lem­at­i­ca parcheg­gi per le zone Schin­der­gries e Cap­puc­ci­ni indi­vid­u­ate come pos­si­bili sedi e pre­sen­terà alcune pro­poste di soluzione.

Già nel­l’am­bito del Prog­et­to Inter­reg IVREVITA. Cit­tà storiche: Vita nuo­va” (2012), lo stu­dio allo­ra incar­i­ca­to del prog­et­to, “Stadtlabor.org” (Architet­ti Lanz/Mutschlechner), ave­va accer­ta­to che la situ­azione parcheg­gi era male orga­niz­za­ta a Chiusa e sot­to­lin­eato, in par­ti­co­lare, che il parcheg­gio Schin­der­gries “spre­ca­va un’area cen­trale e dal poten­ziale inter­es­sante che, invece, divide la città”.

 

Tutto concentrato in un posto?

La cit­tà viene a pri­var­si di luoghi inter­es­san­ti, nel con­cen­trare tut­to in un uni­co bloc­co. La cit­tà è, in realtà, l’ogget­to di mag­gior spic­co del museo.

Anche in cam­po muse­ale, il dibat­ti­to “con­cen­trazione vs. dis­tri­ca­men­to” non cer­to è una ques­tione sconosci­u­ta. Nel caso di Chiusa si potrebbe arrivare ad avere un mix otti­male, una val­i­da com­bi­nazione fra i due diver­si approc­ci: se l’Area artis­ti­co-cul­tur­ale è, da un lato, un luo­go cen­trale di incon­tro, sala del tesoro e ele­men­to di moti­vazione con­cettuale, essa è, al tem­po stes­so, anche il pun­to di parten­za alla vol­ta di itin­er­ari alla scop­er­ta del­la cit­tà, degli angoli speci­fi­ci del­la Colo­nia artis­ti­ca. Il fat­to che il cen­tro stori­co vada a cos­ti­tuire uno degli ogget­ti prin­ci­pali del­l’e­s­po­sizione ded­i­ca­ta alla Colo­nia artis­ti­ca fa del­l’in­ter­se­cazione del prog­et­to con lo spazio urbano un pas­so obbligato.

Quanto realistiche sono, per Chiusa, le possibilità di finanziamento e sostenimento dei costi futuri?

Di cosa ha bisog­no Chiusa per rius­cire a farcela?

L’es­pe­rien­za inseg­na che per i prog­et­ti real­is­ti­ca­mente aus­pi­cati e che con­tano su un ampio con­sen­so popo­lare si trovano anche le nec­es­sarie pos­si­bil­ità di finanzi­a­men­to (Provin­cia, Cit­tà, set­tore tur­is­ti­co, aziende, fon­dazioni pri­vate, mecenati…).

Il fat­to che si trat­ti di uno sfor­zo con­giun­to e che sia nec­es­sario il pieno sosteg­no di tut­ti i cit­ta­di­ni di Chiusa è indis­cus­so. Se il prog­et­to ver­rà real­iz­za­to, con i bigli­et­ti di ingres­so acquis­ta­ti per peri­odiche vis­ite in famiglia, in com­pag­nia di ami­ci e ospi­ti, anche gli abi­tan­ti di Chiusa potran­no con­tribuire a garan­tire il futuro e la pro­fes­sion­al­ità del­la struttura.