Un decentramento degli ateliers e/o laboratori per artisti è essenzialmente possibile e meritevole di considerazione. Nell’ambito della seconda fase del progetto si studierà e valuterà in che misura una concentrazione o, al contrario, una dissipazione delle offerte sia di vantaggio per il successo del progetto nel suo complesso.
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Concorrenza con musei di fama mondiale?
Non è tutto troppo grande? Chiusa, piccola com’è, vuol davvero concorrere con grandi musei del calibro del MUMOK o del quartiere viennese dei musei?
“Concorrenza” non è un termine appropriato in questo contesto. Chiusa farebbe infatti male a voler mettersi in concorrenza con ambienti espositivi come quelli del MUMOK, il Museo d’arte moderna di Vienna o, sempre nella stessa città, il Leopoldmuseum.
Ciascuno di questi musei, con i suoi 5000 metri quadri circa di superficie espositiva, è addirittura sette volte più grande del museo oggi proposto per Chiusa, con i suoi 750 metri quadri.
Eppure la collaborazione e partecipazione a reti con queste due strutture è un obiettivo realistico se si pensa che le collezioni del Leopoldmuseum rappresentano anch’esse l’arte del XIX e XX secolo mentre il MUMOK raccoglie produzioni artistiche più recenti e contemporanee.
Da Cittadina degli artisti a Città per l’Arte?
Si asserisce che, con la realizzazione della nuova “Casa”, Chiusa potrebbe riallacciarsi al suo passato di Colonia artistica diventando una moderna Città per l’arte. Chi ci dice che dei giovani artisti vogliano venire a Chiusa? E cosa facciamo se dovessimo avere il museo ma non avessimo giovani artisti che vengano qui?
Al momento gli artisti hanno notevoli difficoltà a svolgere la loro attività creativa. Il motivo è il seguente: se gli artisti ancora dispongono di ateliers e spazi a sufficienza durante gli studi alle università e accademie d’arte, dopo gli studi questa disponibilità di spazi si riduce in maniera eclatante per la mancanza di locali a canoni di affitto accettabili.
Chiusa potrebbe aiutare a superare questa strozzatura nel processo creativo dei giovani mettendo a disposizione ateliers temporanei studiati sulle specifiche esigenze degli artisti contemporanei. Si verrebbe così a creare una situazione win-win: ogni produzione artistica lì realizzata sarà sempre legata al nome di Chiusa e dei suoi abitanti propensi a promuovere l’arte. Esattamente come le opere create 100–150 anni fa nell’ambito della Colonia artistica di Chiusa e ancora oggi inscindibilmente legate alla città e ai suoi abitanti.
Ma gli ateliers e i laboratori non possono essere creati indipendentemente, anche in luoghi diversi dal progetto?
Un decentramento degli ateliers e/o laboratori per artisti è essenzialmente possibile e meritevole di considerazione. Nell’ambito della seconda fase del progetto si studierà e valuterà in che misura una concentrazione o, al contrario, una dissipazione delle offerte sia di vantaggio per il successo del progetto nel suo complesso.