Nell’esposizione permanente dell’attuale Museo Civico, accanto al Tesoro di Loreto sono esposte, per motivi di spazio, solo opere della Colonia artistica di Chiusa che, stando allo studio, dovrebbero passare al nuovo museo, mentre il corposo Tesoro di Loreto dovrebbe trovare una nuova collocazione nella minuscola Cappella di Loreto. Questo significherebbe, di fatto, la chiusura del Museo Civico.
La funzione accomunante di un museo civico è evidente. Una sua chiusura è pertanto totalmente incomprensibile. Nell’ambito del previsto Museo Koester (Colonia artistica) che disporrà di notevoli capacità di spazio, sono semmai auspicabili un potenziamento e una riprogettazione del Museo Civico.
L’epoca della Colonia artistica è solo una fase marginale, e tutt’altro che rappresentativa, della complessa storia della nostra città: storia dell’insediamento (reperti archeologici, punte di freccia risalenti al Neolitico, gioielli medioevali in oro ecc.), Sabiona sede vescovile, fondazione e sviluppo della città, storia delle locande, degli artigiani e delle corporazioni di mestieri, il viaggio in Italia di Albrecht Dürer, la storia legata agli Hutterer, alla famiglia Jenner e alla miniera, Joseph Anton von Perlath, Padre Joachim Haspinger, il Trenino della Val Gardena, le piene, Br舅de, le epidemie, le esecuzioni ecc.
Quel che si chiede è dunque una trattazione e rivisitazione, nonché un’adeguata presentazione e messa in scena della storia della città nel contesto di un nuovo museo civico, comprendente anche la sezione della Colonia artistica, con accento su Alexander Koester, ossia una simbiosi proficua fra Museo Civico e Museo Koester. Perché noi tutti siamo la somma del nostro passato. E solo chi conosce la storia può affrontare il futuro.
Feedback dello staff di esperti
La storia di Chiusa presenta indubbiamente innumerevoli sfaccettature in più rispetto alla sola epoca della Colonia artistica. Un Museo Civico che racconti la storia di Chiusa dalla fondazione della città ai giorni nostri e raccolga un adeguato patrimonio di oggetti museali rappresenterebbe indubbiamente, per la cittadinanza, un prezioso luogo di incontro e identificazione, con una sua propria storia. Anche le opere di Alexander Koester ben si presterebbero ad essere inserite in questo percorso storico sulla città.
Lo studio era chiamato a verificare in quale misura la donazione della Fondazione possa rappresentare per Chiusa un’opportunità di rivitalizzazione e attivazione dello spazio urbano centrale. Il progetto dovrebbe però, al tempo stesso, soddisfare la richiesta della Fondazione, interessata a vedere la collezione Alexander Koester inserita in un contesto storico-artistico adeguato e, possibilmente, addirittura affiancata a un centro di studi e ricerche sull’opera di Alexander Koester e dei suoi compagni di avventure.
Da questo studio è emerso tuttavia che solo arricchendo la collezione della Fondazione con un complesso e importante patrimonio di opere della Provincia di Bolzano-Alto Adige, e andando così a completare la serie di musei provinciali a contenuto storico-artistico (con la presentazione di questo periodo chiusano sinora non adeguatamente rappresentato a livello oubblico) è possibile risvegliare un “interesse provinciale”, imposto dalla realizzazione del progetto e assolutamente indispensabile.
L’obiettivo (e questo è anche parte della Fase 2 del progetto) consiste quindi nell’intessere la storia della città di Chiusa in questo nuovo piano, comprensivo dei suoi tesori culturali, artistici e architettonici quali sono il Convento dei Cappuccini con il Tesoro di Loreto, la sede vescovile e il Monastero di Sabiona, le locande della Colonia artistica, il viaggio in Italia di Albrecht Dürer ecc…